“Cunti e Cunzati”.
Antonietta 16/10/2019Come e perché è nato “Cunti e Cunzati” libro di racconti e ricette del Cilento narrate dai cilentani di Pisciotta, Rodio e Caprioli.
Ho lasciato il mio paese in giovane età a causa della malavita che imperversava in Campania negli anni della mia gioventù rendendo insostenibile vivere onestamente e crescere i propri figli senza dover penare a causa di un rientro a casa in ritardo, e della droga che cominciava a circolare anche nei piccoli paesi, diffondendosi come un morbo capace di contagiare anche solo con uno sguardo accattivante giovani vite desiderose di sperimentare nuove sensazioni senza avere ben chiaro in mente i pericoli di una tragica prigione in cui ci si chiudeva più o meno consapevolmente; sono scappata lontano con la speranza di una vita meno dura per me e la mia famiglia come tanti miei coetanei nati nel secolo scorso.
Quando i miei cari sono andati per la loro strada, lontani anche loro non come una maledizione che si abbatte, piuttosto una benedizione che permette di scegliere come vivere la propria vita, io sono tornata a casa, in tarda età, qui dove grandi Eroi Immortali sono passati e tuttavia rimasti immutabili nel tempo e nei nomi dei paesi che li accolsero, nella Terra dei Miti dove sono state raccontate le gesta di Ulisse, Palinuro, Enea, Micite da Messina, io mi sono sentita assalire da un turbinio di emozioni contrastanti: gioia, felicità, tristezza, rimpianto, rabbia, ingiustizia, …
Ci sono voluti alcuni anni per stendere un velo sui sentimenti che mi impedivano di fare pace con me stessa, riuscire a guardarmi intorno e sentire lo stupore aprire una breccia nel mio cuore e nella mente per riuscire a godere di quanta bellezza mi circondava ed è stato allora che sono riuscita ad entrare nel bozzolo di una comunità che non lascia entrare facilmente estranei quale io ormai ero e mi ero sentita.
Poi come in una famiglia ci siamo riconosciuti compaesani e ho imparato da loro a lasciare scorrere il tempo vivendo le giornate scandite dal dolce scampanellio delle onde che accarezzano i sassi della spiaggia, dal calore del sole al mattino che illumina con raggi multicolori le increspature del mare e lo scorrere della pioggia che scende a cascatelle le strette scalinate dei vicoli.
Ho sentito il profondo bisogno di afferrare i ricordi che loro potevano darmi così da ritrovare quella gioventù spensierata perduta tra le vie, lo smog e i ritmi frenetici di una grande città, e con lo sguardo a volte comprensivo a volte meravigliato o stupito si sono divertiti a raccontarmi episodi della loro infanzia e storie ascoltate dai loro avi, alcune assolutamente vere altre fantasiose o mutate dal tempo e dai ricordi ma sempre con un fondo di verità.
Ed è stato allora che ho compreso che era giusto avere memoria dei loro racconti, delle avventurose vicissitudini gioiose o tragiche dei nostri vecchi narrate nelle serate intorno al fuoco o nelle mattinate sul porto ad ammirare il peschereccio ritornare accompagnato da centinaia di gabbiani in festa ed ho iniziato a chiedere il permesso di registrare le nostre chiacchierate per poterne trarre un libro che potesse riportare al cuore e alla mente una stagione della vita fatta di gioia e spensieratezza a quanti qui e nel mondo, come me hanno dovuto abbandonare troppo presto e per troppo tempo questi luoghi.
Nell’ultima parte del libro ho creduto opportuno raccontare anche di alcuni prodotti eccellenti che si trovano solo in questo territorio: il cultivar tipico Olivo Pisciottano e le Alici di Menaica con la descrizione di alcune ricette antiche e moderne e preparazioni galeniche ormai quasi sconosciute utilizzate dai nostri antenati che possono ancora oggi alleviare o guarire alcuni disturbi. Le nostre radici sono la nostra storia e non importa se siamo nati al sud al centro o al nord, è nostro dovere non dimenticare chi siamo e da chi proveniamo per essere certi che le prossime generazioni sappiano dove sia meglio andare e quale sentiero percorrere per non perdersi.