Festa dei Musei a Villa Giulia, Roma
Antonietta 13/07/2016Ero a Roma, il pomeriggio era caldo e avevo tempo di fare qualcosa di piacevole prima di partire, che per me si traduce in: visita al museo più vicino. Zainetto con macchina fotografica in spalla, bottiglietta di acqua e scarpe comode mi avvio giù per via Gramsci, attraverso la strada all’incrocio con via Buozzi e dopo un po scendo le scale che portano a Villa Giulia. Non vi dirò della villa, ma del museo etrusco che custodisce migliaia di reperti archeologici di squisita fattura che sono in grado di stupire il visitatore. Vasellame di terracotta di colore scuro tendente al nero, sapientemente lucidata a stecca, di ogni foggia e misura, che accolgono il visitatore accompagnandolo in un altro tempo; si viene circondati da storie dipinte su vasi, piatti e altri oggetti, storie che parlano di guerre, battaglie epiche e vita vissuta. Sono i nostri padri? Forse noi apparteniamo alle genti Greche o forse ai Lucani ma mi piace pensare di avere radici in un popolo che è stato in grado di creare oggetti e disegni così belli da incantare. L’ala più visitata è quella dedicata ai Castellani con le collezioni orafe di pregevole fattura; anche se le statue di Apollo, Giunone, Ercole, posseggono una plasticità armoniosa e movenze tali da pensare che stiano per prendere vita ed uscire per andare nel Ninfeo a riposare o pranzare al fresco.
Scambio qualche parola con i custodi e vengo a sapere che dopo sessantatre anni, il premio letterario Strega traslocherà in altro luogo romano: l’Auditorium. L’indifferente noncuranza dei toni da loro usati nascondono molta delusione e, nonostante le insistenze, devo prendere atto che nessuno conosce il nome di chi ha preso la decisione, nè se ne conosce la ragione. Ritorno alla carica dopo qualche minuto per sapere qualcosa in più circa la migrazione del Premio letterario e scopro che molta responsabilità viene imputata a mamma RAI che non si sentiva abbastanza valorizzata e ha ritenuto che gli ampi spazi dell’Auditorium fossero più convenienti dei giardini di Villa Giulia. Un peccato di vanità che può costare caro; qualcuno dice che la serata era ininfluente per l’afflusso dei visitatori giacché la manifestazione letteraria era perlopiù ad uso e beneficio di persone che non si interessano alla Villa e al Museo, che non hanno bisogno di un premio letterario perché le persone vengano a Roma da tutto il mondo per ammirare i tesori e le inestimabili collezioni.
Mi concentro quindi sul concerto che si tiene nel giardino: Musica e Spiritualità in Ciajkovsij e Liszt. Cosa si può volere di più? Non si poteva scegliere musica più adatta per la Festa dei Musei.
Il pianista Manlio Pinto ha aperto la serata deliziando tutti con Preludio in Sol diesis minore op 32 n 12 di Sergeij Rachmaninoff, che rappresenta un banco di prova ineludibile per un ogni concertista. E’ sempre molto emozionante ascoltare l’esibizione di un eccellente pianista, un maestro che si è esibito in quasi tutto il mondo, che ha vinto moltissimi premi in concorsi nazionali ed internazionali, ed è riuscito a lasciare la sua impronta personale alla serata.
Il Coro a cappella “Orazio Vecchi” fondato nel 1978 ha mostrato come anche in questi tempi frenetici e poveri di eccellente musicalità, si possa ascoltare e nutrire l’anima, aprendo la sua performance con l’ Inno dei Cherubini n.1, magistralmente interpretato. Nel corso degli anni ha partecipato a moltissimi eventi nazionali ed internazionali, con intense attività concertistiche teatrali, di poesia e polifonia sacra, senza privarci di opere di Vivaldi, Puccini, Rossini e Verdi, con escursioni nella polifonia francese tra cui sono da ricordare le opere corali di Poulenc.
La direzione era affidata al maestro Alessandro Anniballi compositore e concertista romano che oltre ad essere l’anima della serata si è dimostrato persona gentile e disponibile.
Abbiamo potuto ascoltare il tenore Toomas Kaldaru cantante e pianista estone, vincitore di molti concorsi nazionali ed internazionali e collaboratore dell’Accademia di Santa Cecilia; attualmente vive in Italia e ci ha deliziati con le sue interpretazioni suggestive ed intensamente coinvolgenti.
Alla fine del concerto è stata ricordata Laura Tomazzoni; attraverso il racconto di Laura Baldazzi sappiamo essere stata donna carismatica che con abnegazione ha dedicato 40 anni della sua vita al coro, affinché potesse essere annoverato tra le grandi realtà della cultura italiana ed internazionale.
Davvero una serata bella, da ricordare con piacere e da ripetere.
Qui sono disponibili alcuni momenti del concerto.