Carciofo, Cynara scolymus.
Antonietta 08/04/2013E’ una pianta perenne della famiglia delle Composite che non esiste allo stato spontaneo, deriva infatti da pazienti e lunghe selezioni eseguite sul Cardo selvatico (Sylibum marianum) e può superare agevolmente il metro.
La moltiplicazione della pianta si ottiene per talea di ovolo, pollone e seme.
- la talea di ovolo si esegue sul rigonfiamento del rizoma che abbia almeno due gemme; si mette a dimora in pieno campo dopo essere stata a pre-germogliare in posto riparato.
- il pollone è il getto che cresce alla base del rizoma della pianta madre, va staccato gentilmente e trapiantato; una volta si ricorreva alla messa a dimora in quinconce, oggi si preferiscono le file;
- il seme va raccolto in Agosto, si semina in semenzaio protetto; successivamente, si provvede alla messa a dimora in piena terra delle piantine più robuste. Questa tecnica non è molto praticata.
Il momento migliore per provvedere alla moltiplicazione con i getti della pianta madre è Ottobre, avendo cura di proteggere i nuovi impianti dal gelo invernale anche con l’ausilio di teli. Già nella successiva Primavera, si potranno avere i primi capolini. Il carciofo non ha particolari bisogni, basta un terreno sciolto e una posizione soleggiata.
Descrizione.
Il fusto è eretto e rigido con vistose striature di colore verde.
Le foglie sono alterne, lunghe, morbide, di colore chiaro nella pagina inferiore, più verde in quella superiore.
I fiori sono riuniti in capolini (calatide) di colore violetto o verde, avvolti da brattee dure che, erroneamente chiamate foglie, rappresentano la parte commestibile se il capolino viene raccolto prima della fioritura.
I frutti sono acheni ovoidali provvisti di un ciuffo di peluria, compressi tra loro nella parte interna del capolino.
Le radici sono rizomatose.
Il carciofo può essere classificato in base a tre caratteristiche:
- spinoso e inerme, alcune varietà di carciofo hanno le brattee con punta spinosa, altre hanno punta mutica ( priva di aculeo);
- violetto e verde, in base al colore del capolino nella sua piena fioritura;
- autunnale e primaverile, varietà con produzione forzata autunnale e primaverile o solo primaverile.
Tra le varietà spinose ricordiamo
- Spinoso di Albenga ( Sardegna),
- Spinoso di Sant’Erasmo (Veneziano),
- Spinoso di Palermo.
Tra le varietà mutiche ricordiamo:
- Violetto di San Ferdinando (Puglia),
- Violetto di Toscana,
- Violetto di Castellammare.
Ecco le varietà che hanno meritato le certificazioni IGP e DOP:
- Tondo Rosso di Paestum IGP,
- Romanesco IGP,
- Brindisino IGP,
- Spinoso di Sardegna DOP.
Il Carciofo bianco di Pertosa merita un posto speciale in questa lista per la qualità e la tenerezza che ne fanno un prodotto che si può tranquillamente mangiare crudo, nel 2000 è stato iscritto nell’elenco dei prodotti agro alimentari tradizionali della Regione Campania e dal 2003 è presidio Slow Food.
Ricordate che le piante con cupolini inermi, sopportano meglio il clima rigido.
Dopo il raccolto dei fiori in Estate, la pianta va tagliata a livello del suolo, questo permetterà la nascita di nuovi getti che potranno essere impiantati in Autunno dopo averli staccati con molta attenzione per non danneggiare la pianta madre.